“I VOLTI DI A.LI.VE.”: INTERVISTA AL MAESTRO E DIRETTORE PAOLO FACINCANI

A cura di Alice Martini

Dietro ai concerti e ai momenti musicali dell’Accademia Lirica di Verona, si nasconde un estremo lavoro di preparazione e studio. Un’attività che da vent’anni è seguita dal Maestro Paolo Facincani, fondatore e direttore dell’Accademia e della quale, in questa prima di tre interviste, ci racconta la storia dalle origini.

Quando nasce A.LI.VE.? Quali sono state le prerogative che ti hanno fatto pensare a un Accademia di musica?

Maestro Facincani: <<A.LI.VE. nasce nell’ottobre del 2000 da un’idea mia che ho condiviso con due mie collaboratrici del Coro Lirico Scaligero che allora dirigevo e che in seguito le ha viste prendere altre strade. Arrivavo dall’esperienza di maestro di diversi cori: il coro Bottega Polifonica, la corale La Gregoriana, i Piccoli cantori di San Massimo con i quali ho debuttato in Arena come maestro del coro di voci bianche, i cori di voci bianche del CEA di Verona e di Villafranca, il coro Le Istitutioni Harmoniche, il coro ANA di Peschiera del Garda. Non mi bastavano e non mi avevano soddisfatto pienamente così ho deciso di creare A.LI.VE.>>.

Qual è stata la tua carriera precedente ad A.LI.VE.?

M.F.: <<Ero un giovane pianista innamorato dell’opera, che ho approfondito con il maestro Angelo Soliman e che mi ha portato ad accompagnare tanti cantanti lirici, cosa che ora faccio raramente. La mia passione era anche l’affascinante mondo del suono corale, ho fatto esperienza dirigendo ogni tipo di coro, dal polifonico composto da amici, alla corale parrocchiale con repertorio liturgico, al coro polifonico cittadino blasonato, al coro di voci bianche e al coro maschile popolare, fino ad arrivare al coro lirico e all’opera. Dopo queste preziose esperienze ho deciso che tutta questa conoscenza sarebbe dovuta confluire nella costruzione e gestione di un coro di bambini>>.

Abbiamo conosciuto il maestro Chimini. Qual è stato il tuo rapporto con lui e come ti ha cambiato?

M.F.: <<Sono arrivato al maestro Gerardo Chimini dopo aver sostenuto in Conservatorio, e passato con ottimi voti, l’esame di compimento medio di pianoforte, il famoso esame di ottavo anno. Ero però svuotato di energie e non avevo nessuna identità come pianista né soprattutto come musicista. Ho deciso quindi di abbandonare il Conservatorio e di passare allo studio del pianoforte privatamente. Gerardo mi ha fatto ripartire da zero e da lì ho iniziato a ricostruirmi e a crescere. In questo mio nuovo percorso artistico e musicale, oltre alla ripartenza pianistica, ha avuto una grande importanza sia l’opera lirica che la musica corale>>.