DAL FAMOSO RAMO, DIRETTAMENTE NEL NOSTRO CHIOSTRO

La nostra giovanissima scrittrice Chiara studentessa di terza media, ci racconta insieme a Bianca e Silvia, la messa in scena de “I Promessi Sposi, avventura di un giovane lettore” in vista dell’appuntamento all’interno del programma di IN CHIOSTRO VIVO.

Agli occhi di tre giovani ragazze come noi, i Promessi Sposi sono un romanzo di grande impatto: ha attirato la nostra attenzione, pur non essendo ambientato ai giorni nostri.

Tutte e tre abbiamo assistito alla rappresentazione messa in scena al Teatro Ristori il 26 ottobre 2017 e inizialmente, non comprendendo appieno la storia, non ci siamo rese conto della grande opportunità che questo spettacolo ci aveva offerto. Infatti, pochi mesi dopo, abbiamo cominciato a studiare proprio i Promessi Sposi di Manzoni, riuscendo quindi a focalizzare meglio tutta la trama e il suo senso. In qualche modo ognuna di noi aveva ricordato una scena in particolare e mentre si leggevano estratti del romanzo sul libro di testo, in classe, tra di noi ci scambiavamo occhiate furtive, dicendoci: “Ti ricordi? Era quella scena in cui ….” e la mente correva veloce alle scene viste a teatro.

Sicuramente una delle scene che ci è rimasta più impressa è quella della Peste, perché in quel momento le emozioni si intensificavano, anche grazie al brano cantato, che amplificava tutte le sensazioni provenienti dalla scena. Le parole arrivavano dritte al cuore, facendo breccia nella mente. Un’altra scena che ci è rimasta molto impressa è quella in cui Lucia si affida alla Madonna, mentre si trova prigioniera presso l’Innominato. Proprio lui, dopo aver sentito quelle preghiere, decide di lasciarla andare. La determinazione di Lucia ci ha colpito molto e ci ha mostrato un modo per andare avanti in qualunque situazione.

Questo spettacolo ci ha mostrato diverse sfumature che a scuola spesso non insegnano e che in autonomia non saremmo riuscite a vedere. I ragazzi grandi, quelli del gruppo di teatro avanzato A.LI.VE., dal nostro punto di vista, hanno semplificato il nostro studio, rendendolo facile e piacevole. Alla recitazione si è unito il canto, mescolandosi equamente con la scena.

I testi e la regia sono di Silvia Masotti e di Camilla Zorzi, mentre le musiche originali sono di Achille Facincani. A questa messa in scena hanno partecipato con grande entusiasmo sia il coro giovanile di A.LI.VE. sia i giovani della classe di teatro avanzato. I costumi sono di Lara Perbellini, mentre la consulenza artistica è di Nicola Ghirotto. Il maestro Paolo Facincani ha diretto il grande coro.

Tutti i giovani attori e cantanti anche durante le prove sono sempre pieni d’energia, pieni di voglia di creare, di dare sfogo alle loro emozioni, attenti ai consigli degli adulti. Mostrano grande interesse verso i suggerimenti e danno sempre il massimo.

Un pomeriggio abbiamo osservato i ragazzi provare la scena della peste.

Durante questa scena la città viene invasa dalla peste e anche se tutti sanno di che cosa si tratti, hanno paura di rivelarlo. Gli abitanti si chiedono se quella malattia, che decima la popolazione, porterà al contagio.

Abbiamo avuto modo di intervistare qualcuno dei nostri grandi attori.

Quando reciti come fai a calarti nel personaggio?

Elena: Dipende dal personaggio che devo interpretare, però spesso rendo mie le varie sensazioni ed emozioni che deve provare il personaggio. Può risultare difficile, ma cerco di immedesimarmi nel ruolo, pensando ad avvenimenti della mia vita per interpretare al meglio il mio personaggio.

Elisa: Penso che un ruolo fondamentale lo abbiano svolto le maestre di teatro: riescono, anche con un gruppo numeroso come il coro, non abituato a recitare, a creare una situazione psicologica talmente reale e vicina alla nostra quotidianità, per cui riusciamo ad immedesimarci al meglio. Questo è importante perché aiuta anche le persone che non lo hanno mai fatto, ma soprattutto chi non sapeva di poterlo fare.

Sofia Vittoria: All’inizio è difficile calarsi nel personaggio ma dopo un po’ che si recita si viene coinvolti dal gruppo,  dalla scena, dalle azioni presenti.

Questa ripresa dei Promessi Sposi cosa ti porta?

Elena: Avendo studiato il romanzo, a scuola, l’anno scorso per la prima volta,  mentre si stava montando lo spettacolo, oggi mi rendo conto che riprenderlo in mano dopo aver concluso lo studio scolastico mi rende più sicura della situazione in cui recito. Mi sento più unita alla scena e al gruppo.

Sofia Vittoria: Come Elena, anche io ho studiato i Promessi Sposi l’anno scorso mentre stavamo montando lo spettacolo. Per me è stato molto emozionante perché ho conquistato nuovi ricordi ed emozioni. Adesso non saprei come definire quello che provo mentre recito.

Elisa: Secondo me riprendere i Promessi Sposi è importante soprattutto per coloro che lo stanno studiando per affrontare al meglio quest’opera immortale e leggerla da un altro punto di vista rispetto ad alcuni dei loro coetanei che considerano il capolavoro di Manzoni, un’opera banale, noiosa e che non c’entra assolutamente nulla con la loro realtà. I ragazzi del coro giovanile stanno scoprendo, grazie a questa messa in scena, la vera forza dello scritto manzoniano. Speriamo che vengano a vederci tanti ragazzi giovani affinché possano capire l’unicità dell’opera.

Descrivi in poche parole il tuo personaggio.

Elena: Faccio parte del gruppo, del popolo,  durante la maggior parte dello spettacolo, ma ad un certo punto, assieme ad un’altra ragazza, Linda, insceniamo una situazione scenica in cui un’Ostessa e sua figlia si confrontano con Renzo, appena scappato dai tumulti della piazza. In realtà, nell’opera l’Ostessa è un uomo, però le registe hanno voluto trasformarlo in un ruolo femminile. Mentre Linda fa un monologo sull’uomo e sulla sua ipocrisia, io intono un vocalizzo colmo di speranza, in contrasto con le parole dure e spigolose del mio contraltare, la Linda. Io  rappresento la parte più giovane dell’umanità, che cerca di ribellarsi per dimostrare al mondo la propria voglia di fare qualcosa di buono nella vita, che non vuole rassegnarsi a tutto ciò che succederà.

Sofia Vittoria: Io sono parte del popolo, della massa che si spaventa, che prende direzioni tanto ovvie, quanto inaspettate, come un gregge impaurito.

Elisa: Io sono l’aizzatrice del popolo, ovvero cerco di gestire e mobilitare il popolo dando spunti di riflessione e iniziative per riuscire ad affrontare le situazioni positive o negative che si pongono all’interno dell’opera. All’inizio, per esempio, aiuto i ragazzi a capire che forse vale la pena raccontare questa storia. Nella scena dell’arrivo di Renzo a Milano invece, insieme a Linda, aizziamo il coro alla rivolta.

Sei soddisfatto del lavoro svolto in questi anni?

Elena: Mettere in scena uno spettacolo, con il nostro gruppo del coro giovanile e con l’aggiunta del gruppo di teatro avanzato, è qualcosa di molto speciale, perché ogni spettacolo cambia e ci cambia come gruppo, trasmettendoci tanta  bellezza e novità. Quasi tutti gli spettacoli che abbiamo messo in scena sono ambientati nel passato, ma una volta montati riusciamo a renderli molto contemporanei, pur essendo giovani e non avendo vissuto realmente  ciò che raccontiamo.

Sofia Vittoria: Essendo una persona molto timida, non riesco molto ad esprimermi con gli altri, però il teatro mi ha aiutato un po’ a confrontarmi è ad aprirmi con le altre persone.

Il brano o la scena che ha più significato per voi?

Elisa: Il mio brano preferito è in assoluto la peste. Achille Facincani ha dato il meglio e le parti del coro sono ricche e complesse. La scena è molto forte e le registe hanno contribuito a renderla particolarmente emozionante ed evocativa. È il momento musicalmente più alto ed intenso.

La mia scena preferita invece è il celebre Addio Monti: riesce per un attimo a ricordare a tutti cosa voglia dire lasciare ciò che si ama. Penso che nel 2018 resti un tema molto vivo, soprattutto tra i giovani.

Elena: Anche secondo me la Peste è un brano bellissimo. Da interprete diretta della scena dell’Ostessa, mi emoziono di più cantando quella canzone, ma l’immedesimazione nella musica la percepisco molto in tutti i brani.

Sofia Vittoria: Il canto che mi piace di più dal punto di vista emotivo, è la rivolta del pane, perché lo reputo molto attuale e di notevole impatto. Musicalmente però preferisco la Peste.

Andate a vederli, domenica 3 giugno ore 21,00 nel Chiostro di Santa Eufemia. Per informazioni e dettagli visita il sito dedicato ad IN CHIOSTRO VIVO.

 di Chiara Senuri

 

GLI ATTORI PRINCIPALI:  Virginia Zorzi (Il Lettore), Damiano Zucco (Renzo), Michela Peritore (Lucia), Nicolò Bruno (Don Abbondio, Fra Cristoforo, Il Cardinale Borromeo), Rodolfo Toffali (Don Rodrigo), Francesco Biolcati (Il Griso, L’Azzeccagarbugli), Lorenzo Facincani (Il Nibbio), Benedetta Tomelleri (La Perpetua, Donna Prassede), Arianna Florio (L’Agnese, La Madre di Cecilia), Sara Passigato (La Monaca di Monza/Il Padre di Gertrude), Camilla van Lamsweerde (Gertrude Bambina), Pietro Khachab (Egidio, Conte Attilio), Linda Micheletti (Ostessa), Michele Marchiori (L’Innominato).

 IL CORO GIOVANILE DI A.LI.VE.: Aldrighetti Giacomo, Azzaretti Lavinia, Beverari Elisa, Bruno Nicolò, Carli Elena Beatrice, Cauchioli Raule Anika, Cenci Filippo, Cunego Giada, Facincani Lorenzo, Fezga Elena, Fiorio Giacomo, Fiorio Pietro, Ghirotto Timur, Italiani Sofia Vittoria, Malesani Sofia, Marchiori Michele, Micheletti Caterina, Micheletti Linda, Pagliarin Caterina, Pasqualini Anna, Passerini Vittoria, Peritore Francesca, Pizzoli Elena, Rossignoli Riccardo, Sancassani Vittoria, Sartori Zoe, Simoni Nicola, Tomasi Maria, Tondini Stefano, Valdinoci Astrid, Van Lamsweerde Camilla, Zanetti Irene.